giovedì 26 novembre 2009

Amianto, "situazione paradossale", e i pubblici ufficiali sono oggetto di campagne di odio e denigrazione

Ancora amianto in venticinque siti
L'Aea: «Ma nessuno se ne occupa»
Tra Bologna e provincia ci sono 25 siti contaminati da amianto.
E non sono che «una briciola,rispetto alle enormità dei siti che sono ancora da bonificare».
Parola di Vito Totire, presidente dell'Associazione esposti amianto,che diffonde i dati del censimento e della rassegna effettuata dall'associazione sulla base delle segnalazioni dei cittadini.
Ad aprire la lista proprio i Prati di Caprara dove, dice Totire,«abbiamo tenuto una manifestazione nell'agosto 2007 e l'amianto è ancora lì». Il presidente di Aea se la prende con il Comune. Ma l'invettiva riguarda anche Regione e Provincia,colpevoli di stare immobili di fronte al problema e di non aver convocato nessuna udienza conoscitiva.Per quanto riguarda Bologna, dopo i Prati di Caprara c'è la caserma Prudentino; il capannone industriale di via Zanardi 106; la Sabiem; una tettoia in via Emilia Ponente; immobili omunali «con pericolo di crollo » in via Fiorini; il Mercatone uno di via Stalingrado; una tettoia degradata al S.Orsola e segnalazioni di cittadini su via Pizzardi,via Cimabue, via Pellico e via Modigliani. In provincia, invece,la cartiera Lama di Reno a Marzabotto ma anche la Stellauto di San Lazzaro, dove «la situazione è paradossale».
L'informazione di Bologna 25.11.09 

Un lettore ci ha segnalato la notizia aggiungendo un suo commento che riportiamo di seguito:
Situazione Paradossale a San lazzaro. Vito Totire, medico e Presidente di AEA (associazione esposti all'amianto) lo dichiara senza infingimenti alla Stampa nell'indicare le gravissime condizioni della fabbrica Stellauto , stracolma di eternit decomposto a pochi passi dalla via Emilia.
Paradossale la gestione del caso Stellauto, occultata alla cittadinanza come già l'autolavaggio di via Caselle, ridimensionata dalle parole dei nostri politicanti, annichilita dal voto della locale Maggioranza che si oppose al censimento dei siti contenenti amianto e all'avvio di campagne informative.
Frutto di allarmismo, di facile allarmismo. Come le case di Via Ca ricchi, edificate ed abitate su di unarea non bonificata e già fabbrica di idrocarburi. Ricordiamo ancora la campagna di denigrazione avviata dal Sindaco, nell'estate passata, quando sollecitò e tentò di ottenere l'intervento del Questore contro chi aveva "osato" segnalare la presenza di amianto nei pressi della propria abitazione, sollevando un reale e gravissimo problema di salute pubblica connesso alla rimozione di lastre di eternit decomposto in un ex autolavaggio sito in Via caselle.
L'unico allarme è per la Democrazia, ci sentiamo di dire e per la verità.
Insomma vergogna senza fine.
 
Ringraziamo il gentile lettore che chiede di restare anonimo temendo di poter essere oggetto di campagne di odio e di denigrazione, le stesse che sono state riservate al pubblico ufficiale che segnalò la situazione dell'amianto l'estate scorsa e fu oggetto appunto di una simile campagna da parte del primo cittadino. Il periodico Vivere a San Lazzaro ha riportato una lettera di un cittadino che è stato oggetto di questi suddetti tentativi, mai smentiti da nessuno, né dai solerti uffici stampa del Comune né in prima persona dall'interessato protagonista di questi approcci di manzoniana memoria (ricordate don Rodrigo, il signorotto locale, che si reca dal Padre Provinciale dei frati francescani per far spostare lo scomodo frate di Pescarenico, di ostacolo ai loschi tentativi di don Rodrigo di assediare la giovane Lucia?).

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