mercoledì 23 giugno 2010

Il Sindaco accusato di aver sperperato 200mila euro di soldi pubblici ora incolpa la manovra economica

«Se la manovra, - ha dichiarato il sindaco Marco Macciantelli - in questo momento all'esame del Parlamento, non verrà cambiata, nulla sarà come prima per gli Enti locali, nel senso che verranno a mancare risorse significative. Bisogna rendersi conto di questa situazione molto delicata per i bilanci, per poter davvero apprezzare quello che, nonostante tutto, viene fatto, in termini di miglioramento dei servizi per la comunità. Può sembrare una sciocchezza, ma anche i giochi nei parchi costano e comportano, in questo momento, scelte non facili». Da L'Informazione del 23 giugno 2010.

Ci chiediamo e chiediamo ai cittadini di riflettere su questo semplice dato: se il Sindaco non avesse allegramente fatto approvare delibere (votate anche dagli allora membri del gruppo consiliare di Forza Italia tra cui l'attuale consigliere Maurizzi) con cui si pagavano con soldi pubblici le spese legali di ex amministratori locali sanlazzaresi imputati in procedimenti penali (scandalo AGRIPOLIS segnalato dal consigliere regionale Alberto Vecchi e riportato su questo blog), spese che ammontavano a 200.000 euro (!) ossia 400 milioni di vecchie lire; ecco, se egli non avesse contribuito a questo sperpero di danaro pubblico per il quale ora lui e una trentina di amministratori locali sanlazzaresi sono indagati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, forse non ci sarebbe bisogno di dire cose assurde e balzane come quelle riportate sopra, o ci sbagliamo? Così come la vecchia bufala sempre ricorrente dell'impossibilità di nuovi investimenti sul territorio per colpa del patto di stabilità. Adesso è cambiato il colpevole, ma le bufale restano sempre le stesse. E lo sperpero di danaro pure. Nel senso che la Corte dei Conti indaga e chissà se ci saranno novità. La cittadinanza attende di sapere. E spera che il Sindaco non addebiti a quest'ultima le spese legali che egli dovrà affrontare per difendersi davanti alla Corte dei Conti.

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