giovedì 21 aprile 2011

VILLA CICOGNA, IL PASSATO CHE RITORNA

Dal quotidiano L'Informazione del 21 aprile 2011:

"L’onda lunga del crac della Dimafin di Pomezia (Roma), capofila delle varie società del Gruppo Di Mario, con l’imprenditore Raffaele Di Mario in manette per evasione fiscale e distrazione di capitali per quasi 80 milioni di euro, è arrivata anche nel bolognese. Fallimento confermato dal sito del gruppo ora “temporaneamente sospeso”. Riguardo al comparto di Villa Cicogna a San Lazzaro, di proprietà della società Belchi ’86 rilevata dal Gruppo Di Mario nel 2005, il Comune di San Lazzaro non esprime eccessive preoccupazioni se non nei riguardi di chi lavora nei cantieri impegnati nella ristrutturazione di immobili ex rurali che dovevano diventare foresterie, ristoranti, sedi direzionali e uffici. Come precisa il sindaco, Marco Macciantelli, «tutto sta nelle decisioni che poi prenderà il curatore fallimentare; e sul risultato delle aste. Per quanto ci riguarda, come da convenzione, la Belchi ’86 l’anno scorso ha già ceduto al Comune sia i 122mila metri quadri di parco sia la pista ciclabile che segue il perimetro dell’antica tenuta. Il resto riguarda una proprietà privata con l’auspicio che i lavori di ristrutturazione già avviati vengano
completati». Per ora Macciantelli non esprime giudizi o previsioni in attesa degli eventi. In ogni caso la convenzione sottoscritta nel 2004, tra la Belchi ’86 e il Comune, prevedeva la manutenzione del parco pubblico per 66 anni; e la cessione di uno degli edifici ristrutturati da adibire a usi pubblici per scopi sociali. Con, però, parte del suo valore già utilizzato per la realizzazione urgente di due aule alla elementare Fantini della Mura San Carlo. Tutto sta nelle decisioni del curatore fallimentare."

Nel 2004 il Comune stipulò la convenzione che prevedeva tra le altre cose la cessione dell'area alla società Belchi, rilevata, come scrive precisamente G. Fabbri nell'articolo sopra citato, proprio dal gruppo Di Mario, fallito e ora sotto inchiesta per distrazione ed evasione fiscale. Quella vicenda fu origine di parecchi mal di pancia all'interno dell'allora maggioranza consiliare (Ds + Margherita + Rif. comunista), che perse dei pezzi e si vide soccorrere dal gruppo da tempo ribattezzato "soccorso azzurro" (l'ex gruppo Forza Italia guidato da Omer Maurizzi, attualmente vicepresidente del consiglio comunale, il quale compare anche nel sito del consigliere regionale Galeazzo Bignami come persona del suo staff in provincia). Ora si attendono sviluppi, e il Sindaco sa bene che un curatore fallimentare potrebbe revocare numerosi atti intercorsi tra la società fallita e il Comune. A volte bisognerebbe stare un po' più attenti a concludere certi affari.
A proposito degli atti che portarono all'attuale assetto proprietario di Villa Cicogna, l’ex consigliere Lungarella (dell'allora gruppo Ds, poi uscito dalla maggioranza in forte polemica col gruppo dirigente che sostanzialmente è rimasto intatto e oggi guida il PD nelle sue articolazioni, da quella centrale bolognese a quelle più periferiche) nel libro “L’affaire ex OMB “ spiega cosa accadde :
“Durante tutto il precedente periodo del mandato amministrativo, il centro destra aveva svolto un’opposizione né brillante né pressante, né propositiva, ma opaca e mansueta, di rimando. La sua era un’opposizione dissociata: avversione di principio agli atti di programmazione e disponibilità ad accompagnare le decisioni puntuali, anche nei casi in cui queste ultime potevano avere un impatto complessivo ben maggiore dei primi. In campo urbanistico questa prassi si traduceva nell’opposizione a piani o a programmi di interesse generale, nei quali non erano identificabili palesemente ed immediatamente costi e benefici, interessi e soggetti in gioco, vantaggi e svantaggi. Prevalentemente l’opposizione alle proposte della giunta era argomentato con l’incapacità dell’amministrazione di realizzare il programma proposto, ritenuto sempre “faraonico”, senza una puntuale contestazione dei suoi contenuti e senza la formulazione di effettive alternative. Emblematico di tale prassi l’atteggiamento tenuto in occasione della variante urbanistica sulle infrastrutture viarie e di quella sul piano di riqualificazione urbana dell’area a nord della via Emilia. Del tutto differente è stato, invece, il comportamento tenuto dall’opposizione quando il consiglio doveva assumere decisioni riguardanti situazioni ben individuate. In questi casi il centro destra perdeva il suo già tenue alito di combattività, timoroso, forse, delle conseguenze - elettorali o sulle relazioni con gli specifici soggetti - che sarebbero state prodotte dall’ostacolare la soddisfazione di ben individuate aspettative. L’eventualità che, in alcuni casi, le tensioni all’interno della maggioranza potessero mettere a repentaglio l’approvazione di una delibera “finalizzata”, anziché dare fiato all’opposizione, agli squilli della tromba che incitano, alla carica suonavano come le dolci note del silenzio serale che invitano alla pacificazione.
Il caso più eclatante al riguardo si era avuto in occasione dell’approvazione della variante urbanistica che prevedeva la realizzazione di un albergo nel parco della villa Cicogna. Anche in quell’occasione la delibera della giunta di approvazione del piano particolareggiato fu portata in consiglio, avendo in anticipo la quasi certezza che i voti favorevoli dei consiglieri di centro sinistra non sarebbero stati sufficienti a far passare il provvedimento e che la sola possibilità di raggiungere la maggioranza era di affidarsi alla minoranza. La fiducia si rivelò ben riposta. Senza esserne richiesta – almeno esplicitamente e pubblicamente, la qual cosa avrebbe almeno dato un senso politico al comportamento –l’opposizione, alla fine di una seduta del consiglio comunale non certo tranquilla,accortasi che, come previsto, la maggioranza non sarebbe stata in grado di approvare da sola la delibera, annunciò il proprio votò favorevole e il provvedimento passò.
Naturalmente il centro destra giustificò la propria decisione con argomenti nobili:si trattava di non privare il paese di una opportunità, di non danneggiare la libera iniziativa, ecc.. Di volta in volta venivano proposte le motivazioni ritenute più idonee.”
NB. Per "centro destra" bisogna intendere l'allora gruppo di Forza Italia capitanato da Omer Maurizzi. E' infatti noto che il consigliere Giampiero Bagni, allora della Lega Nord e oggi nel PDL, e la consigliera Viviana Raisi, allora di Alleanza Nazionale e oggi capogruppo PDL, si sono sempre opposti a questo modo di far politica improntato ad un quieto vivere con la maggioranza, quando non addirittura di pieno appoggio su questioni di urbanistica ed edilizia...caso strano. Maurizzi, come accennato, figura ora nello staff del consigliere regionale Bignami.

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