lunedì 29 agosto 2011

Sistema "Sesto San Giovanni"... sistema più ampio?

Riportiamo di seguito un'intervista al Presidente dei Senatori del PDL Maurizio Gasparri a proposito del presunto "sistema Sesto San Giovanni", apparsa sul Tempo:

"Penati è solo una pedina di un sistema più ampio"

Gasparri (Pdl) attacca i Democratici sulle presunte tangenti a Sesto San Giovanni: "Esiste un sistema di corruzione strutturale al partito". E Veltroni lo querela.

Senatore Gasparri cosa ha fatto arrabbiare così tanto Veltroni? «Io ho fatto un'affermazione storica, incontestabile. Ho detto che il partito di Veltroni, l'allora Pds, ha incassato parte delle tangenti Enimont. È una cosa accertatissima. Veltroni è forse in grado di affermare che il suo partito non incassò tangenti nella vicenda Enimont? E lui a quel tempo non era già da anni nel gruppo di vertice del Pds, come prima del Pci e poi dei Ds e quindi del Pd? Magari non ha usato quei soldi per uso personale ma faceva parte del gruppo dirigente dei Ds così come D'Alema, Occhetto, Fassino».

Cosa c'entra questo con la vicenda Penati? «C'entra. C'entra eccome. Allora Antonio Di Pietro in versione magistrato, per il quale valeva la formula che un segretario di partito "non poteva non sapere" delle tangenti, decise di salvare la Sinistra. Adesso è stato il Gip di Monza decidendo di declassare la concussione a corruzione, nonostante il parere contrario dei pubblici ministeri, a salvarla».

Il Gip ha "salvato" Penati, non la Sinistra... «È uguale. È sempre la stessa storia da allora, dalle tangenti Enimont. È sempre stato così. Prima l'oro di Mosca, poi la vicenda Greganti. L'ex tesoriere del Pci si prese tutte le colpe, ma crede che tutti quei soldi fossero per lui? Servivano a finanziare il partito. Ed è così anche per Penati. Parliamo di cifre enormi. Erano per i Ds locali e poi, credo, data la quantità di denaro di cui stiamo parlando per il partito a livello nazionale».

E adesso Bersani? «Bersani dovrebbe ammettere di avere delle responsabilità. Penati era il suo braccio destro. È arrivato lì per capacità politica (per altro non eccelsa) o perché era un uomo di fiducia? Un Greganti in salsa contemporanea, insomma? Il problema è che è il sistema ad essere marcio».

In che senso? «Il sistema è corrotto. Perché non si parla mai dei voli di D'Alema sulla tratta Roma-Elba creata dai suoi uomini piazzati nelle aziende che gestiscono queste concessioni e se invece Verdini va a pranzo con degli amici inventa la P3? Bersani queste cose le sa, mica è Alice nel paese delle meraviglie come Veltroni!».

Sono accuse gravi... «L'illegalità è riferita al partito, nella migliore - si fa per dire - tradizione del Pci. E poi... un ladro è un ladro. Potrebbe accadere anche all'interno del nostro partito. Uno lo individua, lo allontana e aspetta che la giustizia faccia il suo corso. Altro conto è un partito ladro. È ben più grave. È l'illegalità come struttura di partito. È un'ombra inquietante che circonda il gruppo dei Ds prima e poi del Pds e del Pd. E si arrabbiano pure! Non è per arricchimento personale, dicono. Bè, ma a me non sembra un'esimente. Piuttosto un'aggravante».

Torniamo a Penati. I pm di Monza ritengono che "la vittoria del centrosinistra alla recenti elezioni amministrative ampli il rischio di reiterazione del delitto"... «Gli arresti preventivi si chiedono per evitare la reiterazione del reato, l'inquinamento di prove e il pericolo di fuga di chi è imputato. Ora Penati non mi sembra tipo da fuggire, ma stando a quello che ho letto il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove è concreto. Mi meraviglio perché ci sono arresti preventivi a go-go per casi meno gravi... Solo che anche questa volta è scattata la clausola di protezione giudiziaria che alcune toghe riservano al principale partito della Sinistra».

Nadia Pietrafitta

29/08/2011


http://www.iltempo.it/politica/2011/08/29/1281656-penati_solo_pedina_sistema_ampio.shtml

martedì 9 agosto 2011

DECORO URBANO O URBE INDECOROSA?

Il Carlino di domenica 7 agosto, pag. 20, in un articolo dal titolo "Progetto sul decoro urbano, i cittadini daranno suggerimenti sul vivere civile", segnala che i cittadini sanlazzaresi saranno chiamati ad esaminare un "progetto sul decoro urbano". L'idea dell'Amministrazione comunale sarebbe quella di coinvolgere i cittadini stessi "per contribuire al miglioramento complessivo della qualità della vita attraverso piccole ed elementari pratiche", e segue un esempio di queste ultime, quali non gettare mozziconi e rifiuti per terra, non fumare nella ree giochi, non parcheggiare in doppia fila e altre pratiche qualificanti il perfetto modello di cittadino esemplare. "Una richiesta di correttezza, pulizia, ordine, che il Comune deve garantire", osserva il Sindaco Macciantelli, per giungere ad un vero e proprio "codice di comportamento civile" (sono sempre parole del primo cittadino).
Fantastico. Ci chiediamo allora se sarà permesso ai cittadini far presente altri possibili esempi di pratiche, sinonimo di virtuosismo civico, quali non cementificare il territorio comunale, devastandolo irrimediabilmente; non chiudere gli occhi dinanzi ad abusi edilizi e amministrativi conclamati e sistematici; difendere i cittadini vittime di reati in luogo dell'accanirsi su questi ultimi, vessandoli e unendosi in tal modo agli autori dei reati; non costruire mansarde abusive, specialmente se si ricoprono ruoli di dirigenza di cantieri in edilizia convenzionata; non essere al contempo controllori e controllati di procedimenti amministrativi che vedono coinvolta l'erogazione di danaro pubblico o di appartamenti in edilizia convenzionata; non richiedere e non assegnare detti appartamenti a chi non avesse i requisiti per il loro ottenimento, in specie se casualmente tra i richiedenti vi fossero soggetti delegati a verificare la violazione di leggi; non lasciar edificare palazzine su cumuli di rifiuti tossici; non lasciare che si depositino contratti finti d'appalto con prezzo maggiorato allo scopo di determinare dolosamente il prezzo iniziale di cessione alloggi in edilizia convenzionata; non inaugurare case costruite su rifiuti tossici sapendo che non è stata effettuata alcuna bonifica di detti suoli; non lasciar abitare detti appartamenti costruiti su suoli tossici, senza tuttavia concedere l'abitabilità degli appartamenti per anni; non tacciare di procurato allarme cittadini e consiglieri comunali qualora questi segnalino la presenza di amianto su suolo pubblico e/o privato; non attribuirsi il merito di attività antiamianto che sono invece il frutto di mozioni di singoli consiglieri; e altre.
Siamo certi che si potrà instaurare tra i cittadini e l'Amministrazione comunale quel corretto rapporto di reciproca stima e collaborazione, e l'Aministrazione vorrà certamente prendere in esame tutti gli esempi che i cittadini forniranno, quale modello di virtuoso civismo (per carità, non comitatismo eh...).

venerdì 5 agosto 2011

IL MONITO E L'ALLARME...

La ‘Ndrangheta al Nord, dopo la Lombardia e il Piemonte ora punta anche a Bologna. La Polizia di Stato del capoluogo emiliano ha eseguito una dozzina di provvedimenti restrittivi, a conclusione di una indagine sulla ‘Ndrangheta al Nord, denominata “Due Torri Connection” e durata un anno. Le indagini, eseguite dalla Squadra Mobile di Bologna, coordinate dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno dimostrato l’esistenza a Bologna di un radicamento di uomini della ‘Ndrangheta della cosca Mancuso, dediti alla conclusione di trattative per l’acquisto di ingenti partite di cocaina con i narcotrafficanti colombiani, operanti in Spagna e in Colombia. I servizi tecnici posti in essere dagli uomini della Polizia di Stato hanno accertato che tutte le riunioni si tenevano in una sontuosa villa di proprietà di uomini della ‘Ndrangheta calabrese e sita nel Comune di Bentivoglio, a nord di Bologna.
Il Procuratore Capo di Bologna, dott. Alfonso, recentemente aveva posto il problema di pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio bolognese. Riportiamo l'intervista di seguito:

http://sanlazzaronews.blogspot.com/2011/07/lallarme-del-procuratore-capo-di.html


Ancora
di recente, la squadra mobile di Bologna, pregevolmente guidata dal dottor Fabio Bernardi, ha sequestrato un'agenzia immobiliare a San Lazzaro di Savena nell'ambito dell'operazione Golden Jail. Orbene, quell'agenzia era della 'ndrangheta. L'on. Enzo Raisi ha commentato, nel corso di una lunga interrogazione parlamentare sulle note vicende Cipea a San Lazzaro (cantiere di via Galletta): "se un'organizzazione criminale di quella caratura sceglie di svolgere in quel territorio attività immobiliari, è perché in quel contesto tutto è evidentemente possibile e questo non sfugge alle mafie". Il testo completo dell'interrogazione si trova qui:

http://sanlazzaronews.blogspot.com/2011/05/cipea-ii-la-discussione-alla-camera-dei.html

Ancora non è stato dato ai cittadini di San Lazzaro sentire una parola che una da parte dell'Amministrazione comunale e del primo cittadino, quantomeno di commento di questa grave e inquietante situazione. Il Procuratore capo di Bologna ha da tempo lanciato l'allarme delle infiltrazioni criminali. Un deputato della Repubblica ha fornito dati e particolari a dir poco scabrosi sulla situazione della gestione della cosa pubblica sul nostro territorio, e gli si è risposto con insulti e toni arroganti e spocchiosi. Pare che al Sindaco interessi più che altro tagliare nastri e inaugurare la Fìra. Per certi membri dell'opposizione non va meglio: tra chi è impegnato a difendersi da pesanti grane giudiziarie legate a illeciti edilizi, e chi invece a costruire e vendere palazzine o ad acquistare terreni in vista di ulteriori operazioni commerciali-edilizie (a proposito, qualcuno ha sentito più parlare della c.d. "riqualificazione" del Palasavena, criticatissima financo da esponenti dello stesso partito del Sindaco?). Se poi qualche coraggioso cittadino decide di segnalare casi di pericolo per la cittadinanza (amianto) e un consigliere di opposizione decide di interrogare la Giunta e presentare mozioni che impegnino quest'ultima a un lavoro di monitoraggio e bonifica, c'è sempre modo di tacciarli per "procurato allarme". Si potrà dire che così si è raccolto il monito del Procurato-re Capo...