lunedì 16 aprile 2012

GIUNTA MACCIANTELLI AL CAPOLINEA?

Dal sito affaritaliani.it riportiamo integralmente...riteniamo non ci sia bisogno di commenti:

Esclusivo, intrecci a Bologna
Tra politica e forze dell’ordine

Scandalo alle porte di Bologna. Con questa inchiesta esclusiva parte oggi la nuova pagina dell’Emilia Romagna per raccontare in tempo reale le notizie più importanti di questa Regione. Rapporti anomali tra le istituzioni con offerte di alloggi. La sede di una cooperativa all’interno di una caserma dell’Arma dei Carabinieri. Denunce che spariscono. Tremano le istituzioni alle porte della città. Un ennesimo caso di intrecci tra politica locale e forze dell’ordine. Il calvario di un cittadino che per costruirsi casa diventa vittima delle istituzioni.

Lunedì, 16 aprile 2012 - 07:16:00
di Antonio Amorosi

E’ una storia questa che avremmo preferito non raccontare. Bologna, San Lazzaro di Savena: una delle cittadine più ricche dell’Emilia Romagna, dove vive il meglio del jet set locale: Gianni Morandi, Alberto Tomba, Riccardo Fogli e Cesare Cremonini e dove il costo delle abitazioni è tra i più proibitivi della regione. Nel dicembre 2009, un geometra, Lorenzo Bolognini, appassionato di bioedilizia decide di metter su casa. Deposita un permesso (la DIA) per ristrutturare un rudere di campagna e trasformarlo in un’eco-casa (classe A+). Un’opera realizzabile anche con un ampliamente, in pochi giorni e con costi molto più bassi di una casa ordinaria.

Bolognini è un professionista dal carattere mite ma è anche puntiglioso nel suo lavoro. Ogni volta che fa un passo chiede il parere degli uffici tecnici del Comune. Ma per uno strana valutazione il rudere viene considerato un edificio di valore storico e bloccato per 16 mesi tra spese legali e di progettazione. "Caso strano nel Comune, visto che la sede del PD locale è si monumento storico", fa notare Bolognini all’amministrazione locale, "ma per il quale non si è posto alcun vincolo nella ristrutturazione!" Ma il cittadino è solo all’inizio della sua odissea.

Il Sindaco Pd Marco Macciantelli polemizza con lui via mail più volte. I consiglieri comunale gli consigliano di desistere. Fino a che nel Marzo 2011 Bolognini ottiene il parere favorevole della commissione edilizia. Informa tutti i responsabili pubblici, compreso il Sindaco che finalmente partirà con la ristrutturazione. E così il 29 marzo, in soli due giorni, la casa è montata. Ma Bolognini riceve all’improvviso un fax dal dirigente in capo, Andrea Mari, con “l’ordine” di sospendere tutto. Sorpreso, risponde che ha già costruito. Passano i giorni e si ritrova due volte menzionato sul giornale dall’assessore del Comune, Leonardo Schippa (sempre del PD) per abuso edilizio e canzonato per il suo progetto. E il Comune gli prospetta una multa di molte migliaia di euro con rischio sempre implicito di demolizione della casa (l’unica che possiede e in cui abita) senza che ci sia mai stata ancora un sopralluogo.

Bolognini (che ha a carico moglie e due bimbi e ha già sborsato un cifra notevole per i lavori) non ne può più ed esasperato decide di andare dai Carabinieri per denunciare l’accaduto e gli amministratori. Ma la vicenda invece di risolversi prende una piega anche peggiore.

Viene ricevuto dal Tenente Pallante che davanti alla denuncia contro il Sindaco, l’assessore e il dirigente del Comune lo avverte che è meglio modificarne il contenuto e togliere alcuni nomi: “Le consiglio di toglierli… magari lasci solo quello dell’assessore… Ma faccia come vuole!”, dice.

Così Bolognini torna a casa per riformularla ma si ritrova addirittura denunciato dai vigili del Comune per abuso edilizio. Alla fine riesce a depositare l’atto modificato, come consigliava il Tenente che si accerta del cambiamento apportato.

Dopo continue richieste ai Carabinieri, Bolognini scopre che: la denuncia non è mai arriva in Procura, ma solo dopo 4 mesi dalla sua deposizione; l’amministrazione comunale è al centro di diverse indagini della magistratura che coinvolgono anche esponenti delle forze dell’ordine; sia i Carabinieri che la Finanza di San Lazzaro, gli unici due uffici di forze dell'ordine nel Comune, hanno costituito delle cooperative edilizie aderendo ad un offerta informale del Sindaco; i Carabinieri addirittura hanno aperto la sede legale della loro cooperativa edilizia CA.SA., presieduta proprio dal tenente Pallante, in via Grotta 1, negli stessi locali della caserma (in una struttura di servizi sul retro).

I fatti sono talmente anomali che anche un deputato del FLI, Enzo Raisi, fa un’interpellanza parlamentare per chiedere spiegazioni sulle singolari offerte del Sindaco che risulta anche indagato per altre vicende.

La denuncia di Bolognini sarebbe stata spedita dagli stessi carabinieri a Ravenna e al posto del denunciato Schippa c’è uno sconosciuto di origine sarda indagato per appropriazione indebita. Così in questo dedalo incredibile e degno del miglior Kafka, il PM della Procura, che probabilmente non ne conosce i retroscena, riceve la denuncia e la archivia. A questo punto il cittadino esausto e indignato decide di fare opposizione all’archiviazione recandosi di nuovo alla Procura della Repubblica e raccontando tutti i fatti. Cosa che fa anche a noi di Affaritaliani Emilia Romagna.

Dal racconto e dalle carte di questa intricata storia sembrerebbe emergere una preoccupante mancanza di equidistanza tra Pubblica Amministrazione e forze dell’ordine. E un Sindaco della città di San Lazzaro che intraprenderebbe un inopportuno dialogo con le forze dell’ordine del suo territorio mentre si trova da loro stesse indagato.

Ma più di una domanda è doveroso farsi.

Sono tutte sviste questa montagna di strani eventi accaduti?

Il regolamento dei carabinieri e le circolari prevedono che si possa costituire la sede di una propria società dentro i locali della caserma? Nello stesso Comune dove essi svolgono attività di indagine?

Può un appartenente alle forze dell’ordine consigliare cosa inserire e cosa depennare dalle denunce formalizzate contro un politico o chicchessia?

E’ normale che un Sindaco stringa dei rapporti equivocabili con soggetti istituzionali tenuti per legge all’equidistanza?

Un’eco-casa costruita in soli 2 giorni è una minaccia involontaria al cartello del cemento e ai costruttori locali?

Ora, restando intatto il nostro rispetto per l’Arma dei Carabinieri, non sarebbe il caso di capire che natura abbia questa vicenda? La magistratura dovrebbe intervenire per risolvere ogni dubbio e ambiguità. O è forse questa l’ennesima storia che mette in evidenza il sapiente modo del “sistema emiliano” di rendere legale pratiche di promiscuità a discapito dei cittadini?

http://affaritaliani.libero.it/emilia-romagna/esclusivo-scandalo-a-bologna-promiscuit-tra-politica-e-forze-dell-ordine160412.html?refresh_ce

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