martedì 3 settembre 2013

"PIANI URBANISTICI DROGATI SOLTANTO PER OTTENERE CONSENSI"

“Quei piani urbanistici drogati
soltanto per ottenere consensi”

L’autocritica dell’ex assessore Felicia Bottino: si parlava di riqualificazione e invece si costruiva di più, varianti su varianti... avrei dovuto dimettermi


«Il settore pubblico in questi anni ha drogato le imprese costruttrici per un senso di comodo, per avere consenso, per ottenere voti. Abbiamo fatto piani urbanistici che decantavano riqualificazione, rigenerazione urbana, poco consumo del territorio. E invece poi la capacità edificatoria veniva aumentata, si facevano varianti su varianti. La colpa è di tutti, è anche mia, che alla fine quelle varianti le approvavo. Avrei dovuto dimettermi, ma ci tenevo troppo al piano paesistico». Felicia Bottino, architetto, per dieci anni assessore all’urbanistica della Regione Emilia-Romagna, entra a gamba tesa nel dibattito sulla riqualificazione mancata della città. Con un’autocritica, un po’ di (impietosa) memoria storica e qualche consiglio.

Partiamo dall’inizio. Dai favolosi anni Ottanta, quando il mercato del mattone macinava a pieno ritmo e le ruspe scavavano felici. Costruire era facile e vendere ancor di più, i palazzoni crescevano un po’ ovunque, e non restavano vuoti. «Io non volevo dirlo — ride la Bottino — , ma la speculazione è finita perché il mercato è bloccato. Speculare non si può più, anche volendo». Il riferimento è al collega Mario Cucinella, che nei giorni scorsi aveva invitato la città a «smetterla con la speculazione». Scelta ormai forzata, dice la Bottino. «Poi, sulle ricette sono d’accordo con Mario: bisogna puntare sulla riqualificazione energetica, fare un salto di qualità, creare piazze, teatri, auditorium. La verità è che in tanti anni non siamo riusciti a costruire quartieri che abbiano un decimo della qualità del centro storico: quello, almeno, siamo riusciti a preservarlo. Ma è possibile che in via Stalingrado non siamo stati capaci di costruire una piazza?».

Proprio lì, avrebbe dovuto sorgere un nuovo pezzo di città. L’idea era espandere il quadrante nord di Bologna verso Ferrara, attorno al nuovo quartiere fieristico e oltre, secondo la visione di Kenzo Tange. «Io penso che Tange avesse un’idea di futuro, giusta o sbagliata. E un piano sarebbe servito, piuttosto che l’espansione a macchia di leopardo poi avvenuta — prosegue la Bottino — . Fare crescere Bologna verso Ferrara sarebbe stato utile alle due fiere. Io avrei spostato lì anche la zona universitaria, evitando la proliferazione di sedi decentrate cui mi opposi. E’ stato uno spreco di risorse e di soldi».

Permesso dopo permesso, si arriva al piano regolatore dell’85-89. «Io non ho problemi ora a criticare quel piano — spiega la Bottino — , perché mossi osservazioni che sono agli atti. Poi certo faccio autocritica, mi ci metto anch’io. Avrei dovuto dimettermi». Vi si prevedeva uno scambio mattoneverde, la città compatta, la famosa fascia boscata che non arrivò mai. «L’idea era che si urbanizzava di più dentro, ma in cambio si costruiva una zona boschiva lungo la tangenziale. Solo che l’area boscata non è mai diventata realtà». Si gettavano le premesse per la speculazione che sarebbe arrivata dopo.
Adesso a fermare le ruspe ci ha pensato la crisi edilizia, che ha colto le imprese del settore impreparate. Strano? Niente affatto. «Le ditte costruttrici non hanno avuto la possibilità di crescere, di inventare nuove strade, come qualità sono rimaste arretrate. Non sono state costrette a cambiare, confrontandosi in una competizione europea». Questo perché «i Comuni, le province volevano avere mano libera». E le pressioni sull’urbanistica erano (erano?) parecchie. «Me lo ricordo ancora quando vincolai le aree attorno via Stalingrado... «. Il consiglio alla fine è doppio. «Riqualificare. A partire dalle scuole, che erano il nostro fiore all’occhiello». E poi: «Basta con la logica della variante continua, serve una visione». Quella la cercano entrambe, politica e urbanistica, una coppia di ferro.
 


si parlava di riqualificazione e invece si costruiva di più". Le tante chiacchiere di Macciantelli su presunte riqualificazioni che poi si sono sempre risolte in uno sproporzionato e devastante consumo del territorio (si veda il recente Piano strutturale comunale approvato dalla maggioranza e di cui molti siti internet hanno parlato) confermano che quell'andazzo denunciato dalla Bottino quasi 30 anni più tardi, a San Lazzaro non è mai tramontato.
Chissà se però nel PD locale qualcuno comincerà a capire che Macciantelli con questa sua politica non ha solo creato enormi danni alla città, ma anche al suo stesso partito? A quanto sembra se ne starebbero accorgendo in tanti... Nel frattempo, se dovessero esserci problemi nella maggioranza, è noto che il sindaco può sempre contare sull'aiuto di pezzi dell'opposizione, come è stato per i consiglieri Maurizzi e Noacco, ex Forza Italia, pronti a votare tutte le delibere urbanistiche, o ad astenersi, o a mancare al momento del voto.

1 commento:

  1. Mi permetto da cittadino di segnalare alla cittadinanza due notizie della stampa sfuggite a una opposizione tanto tanto distratta .
    L'ESPRESSO di questa settimana dedica ampio spazio alla corruzione bolognese citando San Lazzaro di Savena e il noto caso Cipea .
    Molti si chiederanno come mai in costanza di rinvii a giudizio di molti signori il noto SINDACO non abbia mai pensato di costituirsi parte civile a tutela del buon nome dell'Amministrazione un tempo vituperata solo dalle critiche dei cittadini prima perseguitati e poi perseguiti . E mai dalle truffe , dalle complicità dagli imbrogli .
    Il Carlino pero' oggi 14 settembre ci informa che l'Assessore DASSI del Comune di San Lazzaro è indagato per truffa e falso. Faremo ancora finta di niente come sempre . Non un pensiero a chi presiede la Commissione urbanistica da rinviato a giudizio per abusivismo e ovviamente nulla circa le pendenze presso la Corte dei Conti. Brutte storie di inciuci . Ma si sa a breve qualcuno sarà senza lavoro ed è meglio non parlarne . Al Sindaco avranno pure ritrovato la Vespa ma ai sanlazzaresi chi ritrova il buongoverno?

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