martedì 29 ottobre 2013

LE GRANDI ABBUFFATE. INDAGATO TRA GLI ALTRI IL CAPOGRUPPO PD IN REGIONE MONARI, SPONSOR POLITICO DI MACCIANTELLI

Dal Resto del carlino riportiamo integralmente:

Bologna, 29 ottobre 2013 - NEL CAPOLAVORO di Marco Ferreri La grande abbuffata, le ostriche erano uno dei piatti preferiti dello chef Ugo Tognazzi. Nella grande abbuffata della Regione Emilia Romagna, c’era chi pasteggiava nel noto ristorante romano ‘Le ostriche’ al modico prezzo di 300 euro per due coperti. Oppure si spostava alla ‘Rosetta’, sempre nella capitale, e ne pagava addirittura 424. Per non parlare dei pasti nel famoso ‘Le Calandre’ dello chef Alajmo, nel Padovano, dove i conti erano nell’ordine di 340 euro (per due persone) o di 689 (per tre). Tutti pranzi o cene pagati con la carta di credito del capogruppo del Pd Marco Monari e di cui è stato chiesto e ottenuto il rimborso. Stando all’inchiesta dei pm Morena Plazzi e Antonella Scandellati, Monari dal giugno 2010 al dicembre 2011 ha speso circa 30mia euro in pasti. Spesso per due o tre commensali, in ristoranti di fascia medio-alta. Nella stagione estiva, peraltro, i pranzi si spostavano in riviera.
E SE IL PD mangiava, il Pdl non stava a digiuno. L’ex capogruppo Luigi Giuseppe Villani (sostituito nel 2013 perché arrestato a Parma per corruzione in un’altra inchiesta), spese con la carta di credito del gruppo, nello stesso periodo, circa 43mila euro. Nel suo caso, però, si tratta spesso pranzi o cene con 20, 30 o 50 commensali, probabilmente amministratori locali o simpatizzanti del partito. Un esempio? La cena del novembre 2011 all’osteria ‘Tre Ville’ di Parma: conto 1.750 euro, per 50 persone.

UNA FAME atavica, di cui sia Monari che Vignali dovranno rendere conto agli inquirenti. Dovranno spiegare se erano appuntamenti istituzionali o cene di lusso indebite pagate con i soldi dei contribuenti. Al momento, la Guardia di finanza ha gli estratti conto delle carte di credito, che dovranno appunto essere giustificati.
L’inchiesta ipotizza il peculato e, al momento, vede indagati tutti i capigruppo regionali, dal Pdl, al Pd fino ai grillini. Sono indagati perché erano loro a firmare i rendiconti. E che rendiconti. Sta emergendo davvero di tutto. Fra le spese sospette ci sono un asciugacapelli, un forno a microonde, libri di narrativa, le caramelle e gli ormai famosi scontrini da 50 centesimi per i bagni pubblici.

Poi ci sono i regali costosi, come il gioiello di Tiffany di cui sempre Villani chiese e ottenne il rimborso nel Natale 2010. Prezzo: 480 euro. Lo chiese come capogruppo, quindi in teoria il costoso cadeau potrebbe essere stato fatto da un altro consigliere pidiellino. Andò peggio all’ex Idv Matteo Riva, ora al gruppo Misto. A Natale 2011 comprò due catenine, sempre da Tiffany, ma a lui i revisori dei conti dissero «no». «Era un regalo per le mie segretarie che non hanno la tredicesima» si è giustificato Riva.

Gilberto Dondi

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/10/29/973388-regione-emilia-romagna-200-euro-a-testa.shtml

Vedi anche:

Cene di beneficenza rimborsate con danaro pubblico 

Il capogruppo PD in Regione, Marco Monari, indagato per le firme ai rendiconti delle spese del suo gruppo, a quanto riportano le cronache, pagava con la sua carta di credito pranzi e cene luculliani e chiedeva il rimborso di cene di beneficenza. Il nome di Monari è tra quelli dei possibili candidati sindaci a San Lazzaro (v. anche l'ultimo numero di Vivere a San Lazzaro). E' noto che il capogruppo PD in Regione è padrino e sponsor politico del sindaco di San Lazzaro Marco Macciantelli. Non sappiamo ora cosa potrà sponsorizzare. Forse, dei buoni ristoranti. Il sindaco di San Lazzaro, che di Monari è anche amico, potrebbe informarsi da questo e far sapere alla cittadinanza.

domenica 13 ottobre 2013

SENTENZE DI ASSOLUZIONE: COSA DICEVA PAOLO BORSELLINO

«L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati.»
Queste sono le parole di Paolo Borsellino, (magistrato assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992) pronunciate durante una visita all'istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa il 26 gennaio 1989.

martedì 1 ottobre 2013

"FERMIAMO LA COLATA", REAZIONE PICCATA DEL SINDACO

'Fermiamo la colata', duro il sindaco di S. Lazzaro Marco Macciantelli


Dal sito Bologna Today riportiamo:

E' dura la posizione del sindaco di San Lazzaro marco Macciantelli che, in una lunga nota, risponde alla manifestazione "Fermiamo la colata", tenutasi ieri 30 settembre in Piazza Bracci per ribadire il NO alla costruzione di un nuovo quartiere a Idice promossa dalla lista civica 'Noi cittadini".
"Manifestazioni seriali " le definisce "un déjà vu rispetto alla precedente del 4 giugno. Una lista che si agita molto, ma crea un clima di inutile confusione " e poi l'affondo "poco civica e molto politica: visto che è guidata da un ex segretario di partito catapultato dalla prima Repubblica al gruppo regionale del M5s (sino a poco tempo fa). Ceto politico esperto nel riciclo. Come l'altro capetto della lista, per due mandati assessore comunale".
LEGAMBIENTE. "Massimo rispetto, osservo solo che la referente di San Lazzaro è una militante di Noi cittadini, di cui è stata capolista alle ultime elezioni amministrative. Ovviamente il conflitto di interesse è un'altra cosa. Diciamo che i margini per una corretta distinzione dei ruoli, anche in questo caso, continuano ad essere piuttosto ampi".
Si dice disponibile al colloquio il primo cittadino: "Un conto è la giusta richiesta di partecipazione di tanti, un altro la prepotenza di pochi. Alzare i toni, cercare la contrapposizione pretestuosa, muovere accuse infondate, sollevare polveroni, porta ad un'escalation con dosi sempre maggiori di proclami e sentenze inappellabili. Tutto il contrario della ricerca del dialogo. Il Comune di San Lazzaro, invece, è sempre stato pronto al confronto e lo ha ampiamente dimostrato. Negli ultimi mesi si sono svolti incontri con gli stessi esponenti della lista Noi cittadini, proposti, non da loro, ma da noi. Altri sono programmati. Con la cittadinanza, a Idice, solo prima dell'estate, almeno tre assemblee. Altre ce ne saranno".


Curioso, veramente curioso questo sindaco. Il quale si concentra sulla carriera di Massimo Bertuzzi, consigliere comunale della lista civica Noi Cittadini dandogli del politico "riciclato". Dimenticando di guardare a se stesso, che dagli ardori della sinistra dura e pura di gioventù è passato poi all'ala "laica" della Margherita di Rutelli, finendo per accreditarsi come "vicino al mondo cattolico" e comparendo spesso e volentieri in pubbliche manifestazioni attinenti al mondo ecclesiale bolognese. E, passando alle beghe più vicine ai giorni nostri, prima parlando con aria di sufficienza di Matteo Renzi (si leggano le sue dichiarazioni in qualità di coordinatore degli incontri politici della Festa dell'Unità del 2012), poi dicendo che "Matteo" è "una risorsa". Ai tempi della vecchia DC vi erano politici denominati "tarzan" per la loro capacità di saltare da una corrente all'altra: probabilmente erano dei poveri pivelli, al confronto dell'attuale sindaco.
Poi sempre Macciantelli fa ironia sul ruolo della segretaria di Legambiente, già candidata nelle liste di Noi Cittadini. Ed evidentemente sa che è meglio ironizzare e non parlare sul serio di conflitto di interessi, pur da lui nominato, perché gli si potrebbe agevolmente ricordare il macroscopico conflitto di interessi che gravava sul suo ex assessore all'urbanistica, già a libro paga come consulente di imprese che guarda caso costruiscono anche a San Lazzaro. Ma in quell'occasione, anche dopo le dimissioni dell'ex assessore, il sindaco ha mostrato di non conoscere l'esatto significato del termine "conflitto di interessi". Ecco perché ora forse fa ironia sul caso di Legambiente.
Le altre sue affermazioni sono le stesse di sempre, che sono puntualmente smentite dai fatti e sulle quali non val neanche la pena di soffermarsi. Idice verrà ricoperta dal cemento e forse molti che avevano votato Macciantelli se ne sono accorti, putroppo in ritardo.
Il sindaco dice di apprendere di un esposto depositato nei suoi confronti da Bertuzzi sul fatto della vendita a peso d'oro di terreni agricoli alle coop costruttrici a San Lazzaro. Meglio tardi che mai. Nel frattempo potrebbe spiegare alla cittadinanza come mai ritiene di non costituire il Comune come parte civile nel giudizio relativo al caso Cipea (vicenda di mala-urbanistica ormai finita sulle cronahce nazionali, ne hanno parlato Espresso e Fatto Quotidiano), che vede il Comune come parte lesa. Del resto su questo è coerente: anche nella famigerata vicenda della casa "gialla", che vide il deposito in Comune di finti contratti di appalto maggiorati per ottenere contributi regionali (due interpellanze dell'ex deputato Enzo Raisi e riportate in questo blog spiegano molto bene l'accaduto), contratti sui quali il Comune avrebbe dovuto vigilare ma a quanto pare qualcuno dormiva, ebbene anche in quel caso non vi fu, sebbene fossero state avviate inchieste penali, alcuna costituzione di parte civile del Comune. Quando invece si tratta di spendere danari pubblici per intraprendere azioni legali contro blog e siti "nocivi" per il "buon nome" dell'Amministrazione, allora non c'è problema. 
Curioso, veramente curioso questo (ancora per poco) sindaco. 



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