sabato 2 novembre 2013

ABBUFFATE PD IN REGIONE, MEROLA ALL'ATTACCO. ASSORDANTE SILENZIO DI MACCIANTELLI, "PUPILLO" POLITICO DI MONARI

Dal Resto del Carlino riportiamo:

Scandalo Regione, Merola: "Sdegno nel Pd, bisogna tenerne conto"

Inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari di viale Aldo Moro, intervengono anche gli assessori regionali. La Marzocchi: "Carta di credito? Utilizzata con morigeratezza". E Mezzetti prende le distanze dalla vicenda

Il sindaco di Bologna Virginio Merola (Fotoschicchi)
Il sindaco di Bologna Virginio Merola (Fotoschicchi)
Bologna, 2 novembre 2013 -  Al di là del problema giudiziario, c’è “un tema etico” e ci sono “comportamenti indivuduali” che “non vanno bene”. Soprattutto dal punto di vista del Pd, che “ha una base molto reattiva a questi temi e bisogna tener conto di questo sdegno”. Alla fine di una settimana di indiscrezioni e polemiche su Marco Monari, capogruppo Pd in Regione, nell’occhio del ciclone per le cene “di rappresentanza” messe in conto a viale Aldo Moro e al centro dell’inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei gruppi consiliari, arriva anche la censura del sindaco di Bologna, Virginio Merola, che nei giorni si era solo limitato a una battuta sulla vicenda (“Mangiavano bene? Eh si’”).
Oggi, invece, Merola mantiene un tono serio e grave.


“Dal punto di vista legale non ci sono neanche gli avvisi di garanzia, ci sono solo molte fughe di notizie- sottolinea il sindaco questa mattina in Comune- quindi questo crea già una situazione insolita”. Dal punto di vista legale, insomma, “può essere anche che non ci sia un reato”. Dal punto di vista morale, invece, “ci sono cose che dovrebbero colpire”, affonda il colpo Merola. Nell’inchiesta sono coinvolti tutti i gruppi, ma “il Pd ha una base molto reattiva a questi temi e bisogna tener conto di questo sdegno- ammonisce il sindaco- dal punto di vista dei comportamenti individuali, non va bene” quanto sta emergendo dall’inchiesta sulla Regione.

Secondo Merola, dunque, al di là della questione giudiziaria “c’è un tema etico” che ha la precedenza.
“Si può anche avere un pranzo, legittimo- ammette il sindaco- ma rispetto alla situazione in cui viviamo, ci vuole maggiore sobrietà e comportamenti individuali piu’ consoni” alla crisi e alle difficoltà economiche con cui le famiglie italiane e anche bolognesi fanno i conti tutti i giorni.

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/10/31/974635-regione-noe-beneficenza-cene.shtml

Il silenzio del sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli, è sempre più assordante e imbarazzante. Chi, come lui, aveva accesso diretto a Monari, della cui amicizia e indiscussa protezione politica godeva e ha sempre goduto, ora tace.
Non dev'essere in effetti facile assistere alla totale caduta in disgrazia del proprio padrino politico, di cui magari sperava di ereditare i consensi per un ingresso in Regione. Invece il Monari deve rispondere delle laute cene pagate con la propria carta di credito. Molti militanti sono indignati e arrabbiati, e il sindaco Merola lo sa bene, tanto da aver deciso di commentare la vicenda. Molti militanti PD si domandano con chi Monari facesse tutte queste cene, spesso solo con 2-3 persone. Forse con amici o colleghi politici, magari molto vicini a lui. Forse con i propri uomini sul territorio. I militanti non ci stanno e pretendono chiarezza. Merola corre ai ripari. Altri, come Macciantelli, preferiscono tacere. Pensando così di fare miglior figura. Forse non è una pensata del tutto sbagliata. Ma i militanti non dimenticano. 

(Nel frattempo, si assiste alle solite uscite mediatiche del Sindaco di San Lazzaro che, dopo aver autorizzato l'apertura di un negozio di droghe furbe a poca distanza dalla chiesa e da una scuola, e dopo aver autorizzato l'apertura di una sala slot a poca distanza da un'altra scuola, ora, con almeno 5 anni di ritardo, si improvvisa guerrigliero del gioco d'azzardo. Forse farebbe meglio a pensare a cosa andare a fare una finito il mandato da sindaco: la cittadinanza preferisce ridere con cose più simpatiche, e non con certe pagliacciate: a proposito delle quali, si legga bene quanto scrive il consigliere della Lista civica Noi Cittadini QUI)

3 commenti:

  1. MONARI & DENARI: LASCIA IL “BATMAN ROSSO” - IL CAPOGRUPPO DEL PD IN EMILA ROMAGNA TRAVOLTO DALLO SCANDALO DELLE CENE RIMBORSATE PER 30 MILA EURO
    Marco Monari lascia la guida del gruppo regionale del Pd in Emilia Romagna - Travolto dallo scandalo-rimborsi e dallo “sdegno della base” - Si è fatto rimborsare 30mila euro di cene e cenette e pure un bel week end a Venezia - Ma l’inchiesta riguarda tutti i partiti…
    Francesco Alberti per "Il Corriere della Sera"

    Cade la prima testa in quella da molti già ribattezzata «la grande abbuffata all'emiliana»: girandola di rimborsi, che definire «disinvolti» forse è poco, tra cene, hotel, qualche vestito, libri e perfino un gioiello comprato da Tiffany. Una bufera che squassa una delle Regioni «virtuose» per antonomasia, l'Emilia Romagna, dopo che la Procura della Repubblica ha indagato per peculato tutti i 9 capigruppo (dal Pd al Pdl, da Sel alla Lega, fino ai Cinque Stelle) dell'assemblea regionale.

    MARCO MONARI Ad uscire di scena, rassegnando ieri sera le dimissioni, è Marco Monari, 52 anni, capogruppo in Regione del Pd, di cui è stato uno dei fondatori a livello regionale dopo una lunga militanza ai vertici della Margherita. Monari, che si è sfilato dalla carica di capogruppo, ma non da quella di consigliere regionale, sin dai primi momenti dell'inchiesta condotta dalla Finanza e poi sfociata nell'inchiesta della Procura sulla gestione dei rimborsi in Regione tra il giugno 2010 e il dicembre 2011, si è trovato in prima fila, esposto a tutti gli spifferi.

    A lui, stando a quanto emerso finora, vengono attribuiti rimborsi pari a 30 mila euro in 19 mesi per cene da 200 euro a testa in lussuosi locali di Bologna, e non solo. Tra i rimborsi chiesti dal capogruppo pd vi sarebbero anche alcuni pranzi per beneficenza. E, dato emerso negli ultimi due giorni, pure un soggiorno a Venezia: 2 notti in hotel per un totale di 1.100 euro (circostanza smentita perentoriamente dall'interessato, che non ha però chiarito chi avrebbe allora presentato il rimborso).

    MARCO MONARI Monari, politico navigato, ha cercato fino all'ultimo di tenere duro, giurando di essere a posto «con la coscienza e con il diritto: non sono uno scialacquatore» e denunciando contro di lui «una gogna mediatica». Poi, incalzato dalla rabbia della base, che ha preso d'assalto a colpi di mail e fax la sede bolognese del Pd, ha cominciato a vacillare, prima dicendosi «pronto a un passo indietro», poi facendo slittare la decisione in un tempo indefinito («Prima voglio capire quali eventuali addebiti mi vengono contestati dai magistrati»).

    Ieri sera invece, dopo che lo stesso sindaco di Bologna, Virginio Merola, lo aveva di fatto scaricato («Bisogna tener conto dello sdegno della base pd» le parole del primo cittadino), la resa: «In questa situazione - ha scritto Monari -, il rispetto che devo a me stesso, unito all'affetto per il Partito (la maiuscola è del capogruppo, ndr ) che ho contribuito a fondare, mi impone di lasciare immediatamente la guida del gruppo regionale».

    Un gesto, ha tenuto a sottolineare, che non intacca minimamente la sua linea difensiva: «Troppe dichiarazioni disinformate su indiscrezioni incontrollate mi convincono che il mio senso di responsabilità viene perfino interpretato come un tentativo di nascondere mie responsabilità personali che rivendico insussistenti».

    MARCO MONARI Inchiesta in bilico tra indiscrezioni e sdegno popolare. I magistrati per ora non hanno notificato formalmente ai 9 capigruppo eventuali contestazioni sulla regolarità o meno dei rimborsi. Monari non è comunque solo in questa storia di spese «creative». Cene per circa 43 mila euro, con la carta di credito del gruppo, risultano rimborsate al capogruppo pdl Luigi Giuseppe Villani (arrestato nel 2013 a Parma per corruzione). E se si allarga il tiro a tutti i consiglieri regionali, si supera il mezzo milione di euro. Solo di cene.

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  2. Weekend a Venezia a 1.100 euro "Ricevuta intestata a Monari"

    L'ex capogruppo del Pd in Regione aveva smentito di essersi fatto rimborsare la trasferta in Laguna. Ma la ricevuta dell'albergo esaminata dagli inquirenti dimostrerebbe il contrario. Al vaglio anche il viaggio ad Amalfi con Montanari

    Caliandro: "Non basta, Monari deve spiegare tutto" Decisivo il pressing di Donini, Monari cede: "Mi dimetto" Merola. "Sdegno nel Pd, bisogna tenerne conto" 'Spese pazze' anche per parenti e amici Beneficenza con rimborso, Silvia Noè la rivendica: "Non è deplorevole" Cuperlo: "Siamo sereni Se ci sono stati abusi, ci assumeremo le responsabilità" Il capogruppo Monari si fa rimborsare le cene di beneficenza Week-end a Venezia a 1.100 euro, Monari: "Non ero io" Abbuffate da 200 euro a testa Il Pdl ha fatto colazione da Tiffany Fra gli scontrini spuntano anche i 50 cent per i bagni pubblici Regione, indagati i nove capigruppo IL COMMENTO La storia continua di Beppe Boni

    Bologna, 4 novembre 2013 - Sarebbe intestata proprio a Marco Monari, da ieri sera ex capogruppo del Pd alla Regione Emilia Romagna, la ricevuta dell’Hotel dei Dogi a Venezia per il week end di inizio giugno 2011, in contemporanea con la cerimonia de “Lo sposalizio del mare”. Due notti per una spesa complessiva di 1.100 euro, a quanto pare pagati in contanti. La notizia del fine settimana in laguna, finito nelle spese rimborsate col budget del gruppo democratico, era trapelata sabato, ma Monari aveva smentito con forza che fosse lui ad aver effettuato la trasferta.

    La ricevuta dell’albergo esaminata dagli inquirenti, però, sarebbe proprio a suo nome. Monari è già indagato, insieme agli altri otto capogruppo, per peculato nell’inchiesta della Procura di Bologna avviata un anno e portata avanti dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi, con la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del suo vice, Valter Giovannini.


    Al vaglio degli inquirenti anche un altro viaggio di Monari, questa volta compiuto insieme a un collega del gruppo, Roberto Montanari. Un week end ad Amalfi, a fine luglio 2011 (ognuno pagò in questo caso con la carta di credito), all’albergo quattro stelle La Bussola: costo, 800 euro in tutto (200 euro a notte a consigliere). Anche in questo caso, come per Venezia (dove sembra manchi il giustificativo), bisognerà verificare se si è trattato di trasferte istituzionali, di impegni insomma legati all’attività del gruppo. In quei giorni ad Amalfi c’era un meeting estivo di Area dem, la corrente del Pd guidata da Dario Franceschini.

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  3. Dal sito del PD San lazzaro.
    Riportiamo un comunicato ricevuto dall’Ufficio stampa del comune di San Lazzaro di Savena

    Appresa la notizia di un furto nella sede Pd del Dazio a San Lazzaro, il sindaco Marco Macciantelli ha dichiarato quanto segue:

    Apprendo di un fatto increscioso. Questa notte qualcuno ha forzato le serrature della sede Pd del Dazio, presso il ponte sul Savena, tra via Emilia e via Canova a San Lazzaro, forzando e danneggiando quattro porte, tra esterne e interne, probabilmente con l’idea di realizzare un furto. Soldi, però, non ce n’erano ed è stato portato via solo un televisore. Anche in questo caso è bene usare i toni giusti. Quindi nessuna enfasi. E tuttavia occorre dire che, in questo momento, il clima che c’è verso la politica non aiuta. Una sede di partito è un presidio di libertà, nel pluralismo, e di democrazia, volto a favorire l’autorganizzazione dei cittadini intorno ai valori e ai progetti in cui credono. Se uno pensa che lì vi siano delle risorse, si sbaglia. Lì ci sono le condizioni logistiche e organizzative per fare volontariato politico con e per la comunità.

    Massima solidarietà al partito per un fatto indubbiamente grave e analogo a quello che subiscono quotidianamente esercenti pubbliche attività e comuni cittadini di San lazzaro cui pero' non viene inviato un Comunicato Stampa dal Comune ( non compare peraltro tra i comunicati stampa inseriti nel sito comunale) o un articolo di stampa come per il furto di un bene ( una moto magari).
    Vero è che una sede di partito è presidio di libertà allo stesso modo della dignità delle persone e le loro idee . O no ?
    Dispiace per il furto alla sede del Dazio peraltro palazzetto storico dell'ottocento (non coperto da alcun vincolo storico ...) ora sede del Partito perfettamente ristrutturata . Ma questa è altra storia forse un po piu' delicata .......

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